Il Parco Avventura di Genova Righi è situato in uno dei posti più belli di Genova. Un luogo magico, nel verde con una vista sulla città e sul mare mozzafiato, che racconta l’antica storia di Genova ed il suo immenso patrimonio culturale.
Il Parco è circondato dalle splendide mura genovesi del ‘600, imponenti strutture che ogni anno in inverno, quando il Parco è chiuso, vengono pulite e manutenute da personale specializzato a cura del Parco Avventura stesso.
Un lavoro importante di riqualificazione del territorio che nasce dalla consapevolezza che il nostro Parco è immerso in una storia antica e bellissima, che deve essere curata, raccontata e valorizzata.
L’accesso al Parco è libero e gratuito, si paga il biglietto solo per salire sui percorsi sugli alberi, potete quindi venire a vedere lo splendido bosco che abbiamo riqualificato dopo anni di inglorioso abbandono, ammirare le antiche mura seicentesche che hanno protetto Genova nei momenti più difficili e godere di una vista impagabile, che abbraccia tutta la città fino al mare.

Parco avventura Genova Righi

Perché il nome Righi?

Il nome Righi per indicare questo quartiere collinare di Genova è molto recente, dei primi del ‘900, nella toponomastica cittadina la collina sopra Genova infatti veniva da sempre chiamata Castellaccio. Fu l’imprenditore svizzero Franz Josef Bucher a rinominarla “Righi” nel 1897, quando fece costruire la celebre funicolare che parte da Largo Zecca.

A seguito dell’apertura del canale di Suez del 1869 e con l’inaugurazione della linea ferroviaria del Gottardo, che collegava la Svizzera con l’Italia (1882), Genova era diventata uno dei più importanti poli commerciali e finanziari del mondo. L’imprenditore F. J. Bucher intuì le grandi potenzialità della città ed alla fine del ‘900 cominciò ad effettuare grandi investimenti a Genova. Bucher ad esempio acquistò Palazzo Lomellini a Pegli, uno dei grandi palazzi nobiliari genovesi e lo trasformò nel Grand Hotel du Meditérranée. Ai suoi ospiti Bucher voleva offrire anche un comodo collegamento con il centro città, così costruì, davvero in tempi record, una rete tramviaria da Pegli al Centro.

Nel 1871 in Svizzera era stata inaugurata la prima cremagliera d’Europa che da Vitznau saliva in cima al Monte Rigi, la più importante montagna della Svizzera Centrale celebre per i suoi splendidi panorami.

Funicolare Righi Foto Storica

Bucher decise di replicare a Genova il modello del Rigi svizzero, realizzando la funicolare che conduce in cima al Monte Chiappe. La funicolare genovese fu completata nel 1897 e Bucher decise di chiamare “Genueser Rigi” quel punto alto da cui lo sguardo arriva magicamente fino al mare, in assonanza con il “suo” Monte Rigi. Rigi infatti in tedesco si pronuncia proprio Righi. Il quartiere da sempre Castellaccio divenne così “Genueser Rigi”, un po’ troppo complicato per i parsimoniosi genovesi, così in poco tempo diventò… Semplicemente Righi.

Al celebre poeta Giorgio Caproni,  per i suoi versi sulla funicolare di Righi nella composizione “Le stanze della Funicolare” del 1950, è stato dedicato il luogo di arrivo della funicolare stessa: Largo Giorgio Caproni. La composizione ricorda l’importanza di questa struttura per Genova ed i Genovesi e l’ emozione che ancora oggi prova chi percorre la funicolare, quando, improvvisamente, vede tutta Genova dall’alto, cogliendo con un solo sguardo la bellezza del suo golfo e del suo mare.

“…E la funicolare dolce dove
sale, bagnata e celeste, nell’urna
della città di mare umida? dove,
col suo cavo oliatissima e notturna,
altri scogli raggiunge e una sfilata
di ragazze in amore? A marinai
porgono, andando, la spalla spruzzata
sulle selci ove cantano – ove mai
cadde minuta una pioggia più fresca
sul tepore degli aliti. E sul mare
che ancora tenerissimo rinfresca
col suo lume la notte, ahi se compare
fra le nubi una luna di cui odora
come un pesce la pietra!…Perché qua
non s’arresta la corda? perché l’ora
neppure in sogno è di chiedere l’alt?”

Le Antiche Mura

Raccontare la genesi delle mura genovesi significa attraversare diversi secoli di storia della città ligure. Basti pensare che il sistema difensivo della città di Genova (mura, forti, torri, porte, ecc.) costituisce con i suoi 19 km la più lunga cinta muraria d’Europa, seconda nel mondo solo alla Grande Muraglia Cinese.
Genova è una città dal fascino unico, con una storia che ha lasciato visibili tante tracce del suo glorioso passato. Percorrere le mura è davvero emozionante, vi invitiamo ad avventurarvi in gite e passeggiate, troverete una storia meravigliosa, che è ancora viva ed è proprio intorno a voi.
Troverete gli antichi bastioni, le porte e le torri che avevano difeso gli abitanti dalle insidie di pericolosi nemici. Sono meno di duecento anni che, per via degli armamenti sempre più sofisticati e potenti, le mura di Genova hanno perso la loro originale funzione restando una nobile testimonianza della storia di un popolo. Le mura non proteggevano solo la città ed i loro abitanti, proteggevano e difendevano la vita stessa. Oggi conoscerle, seguirle, saperle interpretare e proteggere, ci rende consapevoli di quanto è stato difficile e glorioso il percorso che ci ha portato a vivere nella Genova dei nostri tempi.

La prima cinta muraria di Genova è di epoca romana. Tito Livio racconta che quando Genova fu distrutta dai Cartaginesi con a capo Magone, il fratello minore di Annibale, da Roma diedero subito l’ordine di ricostruite la città e le sue mura. Questo fa ben comprendere quanto la posizione di Genova fosse strategica a livello commerciale e militare già per l’impero Romano.  Proprio sulla distruzione di Genova da parte di Magone vi raccontiamo una curiosità.
Il “magone” è quella sensazione di stretta alla gola provocata dalla malinconia o da un avvenimento che provochi grande tristezza. Cercando l’etimologia di questa parola, quasi tutti i vocabolari fanno derivare “magone” dal tedesco “magen”, che indica lo stomaco dei bovino o il ventriglio dei polli. Ma le origini di questo modo di dire pare proprio siano molto, molto più antiche e prettamente genovesi. Quando Magone arrivò a Genova con le sue navi e con il suo esercito massacrò gli abitanti e la rase al suolo senza nessuna pietà. Vennero distrutte le mura, furono incendiate le case e le navi, persino gli orti non furono risparmiati. Genova fu saccheggiata e Magone portò trionfante le sue ricchezze a Savona, allora sua alleata. Probabilmente fu proprio questa l’origine della grande rivalità tra Genova e Savona che dominò i secoli successivi sino alla distruzione di Savona e del suo grande porto operata dai Genovesi nel 1528.
La violenza dell’attacco di Magone e le ingenti perdite subite, di vite e di beni, segnarono tanto profondamente l’animo dei genovesi che da allora la frase “avéi o magon (pron: u magùn)” quindi in italiano “avere il magone”,  indica tristezza e dolore, ricordo collettivo del terribile momento causato dalla furia del generale cartaginese.

Nel corso dei secoli le mura vennero ampliate e fortificate molte volte per scopi difensivi, dalle invasioni barbariche ai saccheggi dei saraceni (si ricorda il violento saccheggio di Genova del 935 proprio ad opera dei saraceni), dall’arrivo di Federico Barbarossa sino al XVII secolo. In particolare, la cinta muraria creata per fermare Barbarossa porta con sé una storia affascinante che merita di essere ricordata.
Intorno al 1150, terminate le invasioni barbariche e le incursioni dei pirati saraceni, Genova era rifiorita grazie al suo porto e all’intensa attività commerciale. La città aveva combattuto vittoriosamente le Crociate e la sua flotta era sempre più forte. In quegli anni Federico Barbarossa scese in Italia per rafforzare il suo potere e, dopo aver vinto contro Milano e Asti, in brevissimo tempo sarebbe arrivato a Genova.
Consci della potenza del Barbarossa i Genovesi non si persero d’animo e costruirono in un tempo davvero record, pensate solo 53 giorni, le nuove mura difensive della città. Gli Annali del Caffaro raccontano che tutti i genovesi diedero il massimo contributo, uomini donne e bambini lavorarono senza sosta e tutti parteciparono all’immenso sforzo economico, mentre il clero e l’aristocrazia donarono grandi ricchezze. Le mura furono così terminate e l’Imperatore, davanti a tali insormontabili bastioni difensivi, non attaccò Genova.

Nei secoli successivi continuò l’espansione di Genova e le mura furono ancora ampliate per proteggere il fronte mare. Nella metà del 1300 le mura furono estese verso ponente ed è proprio di questi anni la celebre definizione di Francesco Petrarca: “Genova, Superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare”.

Con il passare del tempo vi fu un costante rafforzamento delle tecnologie militari, cosi furono rafforzate le mura nel 1500 per difendersi dall’invasione francese e poi ancora nella grandiosa costruzione delle “Mura Nuove” nel 1600. Proprio queste ultime sono le mura che circondano il nostro Parco Avventura a Righi.
Innalzate nel 1626 sotto la direzione lavori degli architetti Bartolomeo Bianco e Bastiano Ponsello le “Mura Nuove” si estendevano per oltre 19 km, avendo come porte principali Porta Pila a Levante e Porta della Lanterna a Ponente.
Il progetto originale prevedeva che le nuove mura si estendessero addirittura per oltre 20 chilometri. Un progetto enorme, per finanziare una tale opera tutti i lavori pubblici e privati vennero sospesi con ordinanza del governo, furono create nuove tasse e richiesti finanziamenti ad aristocratici e banchieri. Ma all’inizio del 1633 la colossale cerchia muraria venne compiuta con ben 48 bastioni e 137 guardiole, facendo Genova la città più fortificata d’Europa. Una gigantesca fortezza la cui sola vista suscitava profondo rispetto ed ammirazione ai visitatori che giungevano dal mare.
Queste imponenti mura oggi si possono vedere a Righi in tutta la loro bellezza, grazie ai nostri operatori specializzati che ogni anno le puliscono e manutengono, conservandole in ottimo stato. Ma gli operatori del Parco Avventura non si accontentano di questo prezioso risultato, ogni anno infatti vengono pulite e riqualificate nuove porzioni del parco e piantati nuovi alberi in sostituzione di quelli spezzati o bruciati. Perché il Parco Avventura di Genova Righi è passione ed amore per la natura, la bellezza e la cultura, fermamente convinti che, imparando dagli antichi genovesi, solamente insieme potremo costruire e difendere il nostro futuro.

Emanuela Fratoni

Righi prima dei lavoriDopo